ACCORDO TUNISIA-LIBIA

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Accordo Tunisia-Libia per i migranti

Tunisia e Libia insieme per i migranti

L’accordo tra Tunisia e Libia è un segnale positivo perché due paesi nord-africani confinanti si sono accordati in maniera autonoma per gestire una gravissima situazione, quella dei migranti in condizioni disperate a Ras Jedir. È positivo che questi 300 migranti saranno distribuiti tra questi due paesi. Meno positivo, invece, è che saranno probabilmente ospitati in centri di accoglienza che non danno garanzia del rispetto dei diritti umani. Questo accordo, comunque, dimostra che  esiste un minimo impegno e ascolto da parte di questi due paesi nei confronti della comunità internazionale. È una strada per poter gestire congiuntamente la questione migranti.

Il pericolo migranti dal Niger

L’accordo tra Tunisia e Libia è un segnale positivo perché due paesi nord-africani confinanti si sono accordati in maniera autonoma per gestire una gravissima situazione, quella dei migranti in condizioni disperate a Ras Jedir. È positivo che questi 300 migranti saranno distribuiti tra questi due paesi. Meno positivo, invece, è che saranno probabilmente ospitati in centri di accoglienza che non danno garanzia del rispetto dei diritti umani. Questo accordo, comunque, dimostra che  esiste un minimo impegno e ascolto da parte di questi due paesi nei confronti della comunità internazionale. È una strada per poter gestire congiuntamente la questione migranti.

L’Africa presa di mira dalle potenze internazionali

L’accordo tra Tunisia e Libia è un segnale positivo perché due paesi nord-africani confinanti si sono accordati in maniera autonoma per gestire una gravissima situazione, quella dei migranti in condizioni disperate a Ras Jedir. È positivo che questi 300 migranti saranno distribuiti tra questi due paesi. Meno positivo, invece, è che saranno probabilmente ospitati in centri di accoglienza che non danno garanzia del rispetto dei diritti umani. Questo accordo, comunque, dimostra che  esiste un minimo impegno e ascolto da parte di questi due paesi nei confronti della comunità internazionale. È una strada per poter gestire congiuntamente la questione migranti.

L’approccio dell’Italia

C’è appena stato un colpo di stato in Niger, c’è la guerra in Sudan e altre tensioni; c’è la crisi del grano e c’è la siccità. Allargando lo sguardo all’immenso continente africano, quindi, appare evidente che l’immigrazione è un fattore strutturale e che difficilmente potrà essere fermata nel breve periodo. L’approccio dell’Italia, emerso nel corso delle conferenza di Roma del 23 luglio, per una cooperazione alla pari e un approccio non predatorio, potrebbe essere una soluzione; in quell’incontro sono stati ricevuti vari capi di stato di paesi africani e sono stati ascoltati anche i loro problemi. Risolverli richiede certamente soluzioni e investimenti di lungo periodo, ma questo è l’unico approccio che in questo momento appare sensato.